martedì 28 febbraio 2017

La democrazia di Clistene: storia di un modello senza precedenti


Che il modello democratico di Atene sia celebrato in tutto il mondo non ci stupisce: è in effetti rivoluzionaria e perfino paradossale l'idea di mettere il potere nelle mani di tutti, anche di chi non ha né cultura né preparazione specifica né, più in generale, qualcosa da perdere. Ma quanti ne conoscono  il funzionamento nel dettaglio?
In questa lezione vedremo perché non è proprio possibile vedere nella democrazia ateniese un vero e proprio archetipo delle attuali architetture istituzionali.

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martedì 14 febbraio 2017

La diversità ateniese: dalle origini aristocratiche all'età dei tiranni

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La storia di Atene non è in origine molto diversa da quella delle altre poleis della Grecia continentale: si tratta pur sempre di una città-stato che, dopo una remota fase monarchica, vive nell'età arcaica una stagione in cui è un ristretto ceto aristocratico a monopolizzare le diverse magistrature e a contare nelle assemblee elettive. Nel 594, però, la riforma di Solone introduce un elemento di novità, destinato a futuri sviluppi: essa determina il passaggio dal criterio gentilizio al criterio timocratico (o plutocratico) per l'individuazione della classe dirigente. Chi vive con redditi da lavoro (teti) esercita i diritti elettorali attivi, può cioè votare chi assumerà incarichi istituzionali; chi vive con rendite patrimoniali (pentacosiomedimni, cavalieri, zeugiti) esercita i diritti elettorali passivi, può cioè essere eletto alle magistrature in ragione della consistenza del suo patrimonio.
Nonostante questa discriminazione, la riforma di Solone ha il merito di individuare una comunità politica allargata: tutti coloro che sono nati ad Atene da genitori ateniesi partecipano in ogni caso ai lavori dell’ecclesìa, cioè all’assemblea degli aventi diritti al voto, e all’elia, cioè ad un collegio con funzioni giudiziarie. In questo modo la storia di Atene comincia a differenziarsi rispetto a quella del resto della Grecia, dove il governo rimane saldamente in mano ad una classe aristocratica più o meno allargata.
La stagione del tiranno Pisistrato (561-528) è una prova delle persistenti tensioni sociali, una testimonianza che qualcosa nella riforma non funzionò a dovere...


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mercoledì 1 febbraio 2017

Nella terra dei guerrieri: istituzioni, cultura e società a Sparta

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Il nome di Sparta è noto in tutto il mondo, eppure nel luogo ove sorgeva la più potente città della Grecia, la polis che dopo un conflitto lungo e sanguinoso piegò Atene, non restano che poche, anonime rovine. Sparta non ci lascia formidabili testimonianze di perizia architettonica e neppure incancellabili eredità culturali; nessuno dei grandi filosofi, dei medici o dei letterati dell'antichità può vantare origini lacedemoni. Sparta consegna alla storia il modello di uno stato totalitario ed un sistema che, più che educare le nuove generazioni, può essere considerato strumento di manipolazione e plagio delle menti. Il sistema di valori di Sparta è basato sulla violenza, la sopraffazione e  la diseguaglianza. I suoi esempi di eroismo sono limpidi ma l'idea di un'umanità selezionata secondo il principio dell'eugenetica ci ripugna quanto gli esperimenti di Josef Mengele sui corpi martoriati degli innocenti di Auschwitz.