martedì 21 novembre 2017

3 - Il giuramento di Annibale: storia di un odio senza confini

Giunta alle dimensioni di una potenza regionale, la repubblica romana si trova ad affrontare una scelta epocale, dalla quale potrebbero derivare enormi opportunità ma anche terribili rischi. Di là dal mare sorge una civiltà che esercita la propria egemonia sul Mediterraneo occidentale, adagiata sulle coste di un mare dal quale trae la propria prosperità. Poiché Roma fino a questo momento ha esercitato il proprio dominio sulla terraferma, schierando le proprie legioni in una serie di guerre vittoriose contro le genti italiche, lo scontro con Cartagine non è stato necessario. Sembrerebbe profilarsi una coesistenza pacifica tra interessi complementari,ma nel Senato romano, dopo molte titubanze, prevale la linea dell'azzardo: e i cartaginesi sono trascinati in una guerra cui solo uno dei contendenti sopravviverà. 
E' dubbio che quei senatori si rendessero conto di quanto imponenti sarebbero stati i sacrifici e quanto concreti i rischi di sconfitta. Decenni di guerre, condotte su uno scenario ormai mediterraneo, consegnano a Roma le chiavi di un impero che nei secoli successivi verrà ulteriormente ampliato. Il 146 a.C. chiude il ciclo delle guerre puniche avviatosi più di cent'anni prima, e spalancherà le porte al lungo secolo della crisi della repubblica ma anche della fioritura dell'arte e della letteratura latine, con autori come Ennio, Plauto e Terenzio, eredi di una cultura ed una tradizione - quelle greche - che troveranno a Roma una seconda patria.

martedì 7 novembre 2017

2 - Combattere per sopravvivere: tra nemici esterni e lotte intestine

Marco Giunio Bruto, liberatore di Roma e primo console romano. III sec. a.C. Musei Capitolini - Roma
Quando pensavano al proprio passato più remoto, i Romani ritrovavano il senso della loro identità incarnato in personaggi emblematici dai valori saldi e dai comportamenti inflessibili sino al limite della disumanità: Muzio Scevola, Quinzio Cincinnato, Coriolano, Tito Manlio Torquato, Marco Furio Camillo, e molti altri. Quel passato lontano ricordava loro che cosa significava essere romano e cosa era legittimo aspettarsi da un uomo nelle cui vene scorreva il sangue di antenati così illustri. Ma in mancanza di riscontri oggettivi, sembra più logico ritenere che questi personaggi servissero a costruire una mitologia di Stato e costituissero altrettante proiezioni in una età dell'oro, mitica e perdutadi valori tutti radicati nel presente.
Dopo l'oscura età monarchica, i primi due secoli della repubblica ci appaiono quasi altrettanto nebulosi, con le loro epiche battaglie che probabilmente eroicizzano modesti scontri locali. Il momento di passaggio verso un'età moderna è il 390 a.C.: il sacco di Roma. Questo episodio giustificava agli occhi dei Romani la scarsità di documenti relativi alla loro storia più lontana. Ed è anche un terribile battesimo che rinsalda la comunità romana e la proietta verso un grande destino: quello di una città che resterà inviolata per 800 anni...

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