Gli anni successivi alla guerra del Peloponneso sono un'età convulsa e confusa, in cui differenti poleis ambiscono ad egemonizzare la Grecia imponendo la propria superiorità militare. Sembra che il lungo conflitto (quasi trentennale) sia già dimenticato: Sparta, Atene e Tebe si alleano e si scontrano secondo una logica opportunistica di breve respiro. Ai confini del mondo greco, il gigante persiano rimane a guardare questa strana civiltà, intenta a provocare il proprio declino, a rendersi sempre più irrilevante sul piano geopolitico.
Su questo scacchiere dove nessuno riesce a prevalere, si profila l'ombra minacciosa di un popolo a lungo guardato con sufficienza. I montanari Macedoni, guidati da un re giovane ed ambizioso, cresciuto con il mito della cultura greca, finiranno per imporre con la forza delle armi una pace che ha un significato inequivocabile: la fine della libertà per le poleis. Ma già i progetti si fanno più ambiziosi: riaprire l'eterna sfida tra Oriente e Occidente...
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