martedì 8 ottobre 2019

1 - ‘Storie dell’altro mondo’: incontri (e scontri) fra civiltà aliene



Tante sono le ragioni che spingono a considerare i decenni del tardo Quattrocento e del primo Cinquecento una fase decisiva per lo sviluppo della civiltà occidentale quale oggi la conosciamo: il fiorire in Italia della cultura umanistico-rinascimentale, che modifica in profondità la visione del mondo proponendo il paradigma di una cultura laica incentrata su una concezione forte dell'uomo, artefice del proprio destino, piccolo dio che plasma la Terra a suo piacimento sottoponendola ad una Genesi eternamente rinnovata; la rottura dell'unità cristiana da parte del protestantesimo, che ridimensiona le storiche ambizioni della Chiesa di giocare sul continente europeo il ruolo dell'istituzione universale; la caduta dell'impero bizantino, con la sua millenaria sapienza e la sua preziosa eredità culturale e religiosa; l'affacciarsi in Europa di un nuovo temibile avversario, i Turchi Ottomani, pronti a travolgere le difese europee indebolite dai conflitti interni, di natura territoriale e religiosa, fino a portare la loro minaccia alle porte di Vienna; l'affermarsi delle monarchie nazionali - Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra - quali nuove protagoniste della politica continentale, mentre il Sacro romano impero di nazione germanica rimane paralizzato nel labirinto delle proprie contraddizioni; e infine il tramonto della cavalleria, con il suo codice di comportamento e di valori, sostituita dalle nuove tecniche di combattimento, moderne e vigliacche, per le quali non fa più molta differenza l'eleganza del gesto e il coraggio dell'anima, quanto la possibilità di investire capitali in 'ricerca e sviluppo' intorno alle 'nuove tecnologie' (armi da fuoco, nuovi presidi difensivi, ecc.) e il disciplinato coordinamento dei reparti dell'esercito.
Ma certamente l'evento che segna nell'immaginario collettivo il trapasso dal Medioevo all'età moderna è l'inizio di una stagione febbrile di viaggi di esplorazione e di scoperta geografica. Cristoforo Colombo, Armando Diaz, Sebastiano Caboto, Amerigo Vespucci, Giovanni da Verrazzano, Antonio Pigafetta, Ferdinando Magellano, Pedro Alvares Cabral e molti altri navigatori e avventurieri si diedero a percorrere instancabilmente le vie del mare, dando un contributo fondamentale alla conoscenza del mondo e colmando una lacuna culturale che non era solo del Medioevo ma anche della coltissima Antichità. L'età delle scoperte geografiche fa fare alla civiltà europea un salto di qualità senza precedenti nella storia umana. Certo, non sarebbe corretto dire che il Medioevo ebbe orizzonti ristretti per tutti i mille anni della sua durata: d'altro canto, ai secoli di autoconsumo, di scomparsa delle città e di ritorno delle foreste e dei lupi, succedettero nel '200 gli straordinari decenni della Via della seta, che consentì a molti mercanti coraggiosi di alimentare i propri traffici da una parte all'altra del mondo. Ma è solo con il Cinquecento che la civiltà occidentale esce dal proprio spazio di incubazione, esporta se stessa e si radica in tutto il mondo in maniera irreversibile, mostrando di essere, fra le culture umane, quella evolutivamente più matura, ed anche quella più spregiudicata. Caravelle, galeoni e cannoni. Spirito di avventura, slancio utopico, ma anche pragmatismo, imposizione violenta, disumanità e schiavitù. Grandi navigatori e conquistadores avidi di ricchezze e assetati di sangue. Fa riflettere la sistematica distruzione di paesaggi e popolazioni messa in atto dagli europei nel momento dell'incontro col diverso, fermo ad uno stadio più arcaico del cammino evolutivo.
Era iniziato un processo lento ma inesorabile, quello che avrebbe portato, attraverso la corsa agli imperi coloniali, all'età del villaggio globale e della mondializzazione, che rimpicciolisce il mondo e avvicina le persone, ma impoverisce le diversità culturali, globalizza allo stesso tempo beni e flagelli, e contamina anche gli angoli più remoti del nostro piccolo, minuscolo pianeta...

Per visualizzare la presentazione di questa lezione, clicca qui!

Nessun commento:

Posta un commento