venerdì 11 gennaio 2019
7-Chiesa e Impero: investiture, scomuniche e antipapi
Quando la bufera delle invasioni barbariche si placa, poco dopo l'anno Mille, l'Europa appare un continente dove veramente la Chiesa rappresenta un'istituzione universale: nuovi popoli hanno abbracciato il cristianesimo e monaci tenaci si sono prodigati in una predicazione che ha portato la parola del Vangelo fino agli estremi confini della Terra. La Chiesa sembra aver realizzato pienamente la sua missione storica: annunciare la lieta novella, convertire i cuori e prendersi cura delle anime. In realtà, questi successi innegabili sono controbilanciati da una lunga serie di fenomeni di segno opposto, che erodono giorno dopo giorno i pilastri e le fondamenta di un edificio costruito tanto faticosamente. Elenchiamoli rapidamente:
1) la penetrazione del cristianesimo è grandissima, ma incontra ancora un limite nella persistenza di antichi rituali pagani, radicati soprattutto nelle campagne e, in genere, legati alla cultura contadina. Queste sopravvivenze arcaiche saranno oggetto di una persecuzione senza quartiere da parte della Chiesa, che ad esse attribuirà lo stigma di malefìci e pratiche stregonesche;
2) l'autorità del papa, inteso come capo supremo della Chiesa, infallibile e santo quasi per definizione, è ben lontana dall'essersi consolidata, all'altezza dell'anno Mille. Certamente non è pronto a riconoscergli questo primato il patriarca di Costantinopoli, che non vede perché il patriarcato di Roma dovrebbe esercitare un'autorità preminente su patriarcati ben più antichi e importanti, quali quello di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme - oltre al suo. Ma non sono tanto inclini a riconoscerglielo neppure i vescovi dell'Europa latina, i quali tradizionalmente non sono affatto nominati dal papa - che, ai loro occhi, è solo un vescovo loro pari - bensì dalle comunità locali, e sono espressione di potenti famiglie aristocratiche e di delicati equilibri politici, sociali e religiosi;
3) c'è poi il problema del dissenso, che aggredisce la Chiesa dall'interno e dall'esterno. Partiamo nell'analisi da questo secondo punto. Attorno all'anno Mille si sviluppa un lungo elenco di eresie, che ottengono in poco tempo un gran numero di seguaci, soprattutto di estrazione popolare: la patarìa milanese, i catari - detti anche albigesi - radicati nel sud della Francia, i valdesi - noti anche con il nome di "poveri di Lione", per arrivare - decennio dopo decennio - fino alle oscure profezie millenaristiche di Gioacchino da Fiore, da cui avrebbe tratto origine il movimento dei 'flagellanti'. Riguardo al dissenso che muove dall'interno della Chiesa, vanno ricordati i tanti nuovi ordini religiosi che esprimono un profondo distacco dalle gerarchie cattoliche e cercano di incarnare una fede differente, più rispettosa del messaggio evangelico e dello slancio originario del cristianesimo. Tra questi vanno ricordati i cluniacensi, i cistercensi, i certosini, e più tardi i francescani e i domenicani. Anche il monaco calabrese Gioacchino da Fiore predicava l'avvento di una nuova età, quella dello Spirito Santo, che avrebbe visto il trionfo di una Chiesa libera, tollerante, ecumenica, estranea alle logiche del mondo;
4) c'è infine il conflitto tra papa e imperatore, che verte sulla questione specifica dei vescovi-conti, ma che si allarga fino ad investire il significato stesso del potere: esso è di origine divina (teocrazia) o di origine contrattuale (concezione feudale)? E se di origine divina, è esercitato da un uomo perché direttamente prescelto da Dio o attraverso l'intermediazione della Chiesa? E qual è il ruolo del papa? Veramente, come recita il Vangelo, ciò che il papa rimette in Terra verrà rimesso anche in Cielo - cioè il papa ha effettivamente la possibilità di impegnare le decisioni celesti - oppure le dottrine teocratiche sono il delirio di onnipotenza di uomini che hanno smarrito la fede e sono rimasti contaminati dal virus della simonia e della brama di potere?
Queste e altre domande agitano i sonni degli uomini nei decenni a cavallo dell'anno Mille, e nell'affanno dei contendenti, genereranno impercettibilmente il declino tanto dell'Impero quanto della Chiesa, mentre nuovi attori si preparano ad occupare il gran palcoscenico della storia...
Per visualizzare la presentazione di questa lezione clicca qui!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
'Batarìa',termine veneziano, imparentato con il termine 'pataria', cioè con la celebre eresia milanese? A quanto pare non è così. Il dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio del 1856 recita così: "Quantità di cannoni posti in luogo determinato per battere il nemico o una piazza. Batarìa da cusina: arnesi o attrezzi da cucina. Bateria dei relogi: soneria.". L'origine del termine è ricondotta dai dizionari etimologici dal verbo francese 'battre', cioè 'battere'.
RispondiElimina