mercoledì 22 gennaio 2020
8 - Globalisti, politicamente corretti, inguaribili ottimisti: gli illuministi accendono l'Europa
Nel XVIII secolo viene a maturazione quel radicale mutamento metodologico e di prospettiva nella teoria della conoscenza, che aveva mosso i suoi primi passi con il Rinascimento italiano. L'illuminismo fa proprio il metodo scientifico di Galilei, basato sui due pilastri dell'osservazione empirica della realtà e della quantificazione matematica dei fenomeni naturali. Accoglie dallo scienziato pisano, inoltre, la critica al dogmatismo e al principio di autorità, che sono presenti implicitamente e in modo dispotico in ogni tradizione consolidata. Quando gli illuministi fanno appello alla ragione, definendola l'unico strumento in grado di dissipare il buio della superstizione e dell'ignoranza per far trionfare la luce del bene e della verità, in effetti non fanno altro se non rifiutare di accettare aprioristicamente e acriticamente le tradizioni depositatesi in tanti secoli di storia. Se volessimo fare un paragone con la vita biologica di una persona, potremmo sentire la tentazione di proiettare nei secoli del Medioevo l'immagine di una umanità bambina, incline a ricevere passivamente e senza discuterli gli ammonimenti e la visione del mondo dei genitori, e nell'età dell'illuminismo una umanità adolescente, che rimette in discussione verità, metodi e strumenti per trovare una propria identità basandosi sull'esercizio della propria intelligenza applicata ad un'esperienza aggiornata rispetto ad un mondo in continuo cambiamento.
Gli illuministi sono animati da una visione che, per usare un termine improprio ma suggestivo, potremmo definire 'globalista': essi teorizzano la totale uguaglianza fra gli uomini e svalutano le identità nazionali, le tradizioni, le barriere linguistiche e religiose come differenze di superficie emerse da una storia intesa come frutto della cieca irrazionalità. Al di là delle apparenze, tutti gli uomini e tutte le donne sono accomunati dall'intelligenza e dalla logica. Il cosmo stesso è un'entità organizzata secondo leggi rigorose e matematiche, come ha dimostrato Newton. Le verità della logica rimangono immutabili a dispetto di ogni cultura, di ogni nazione, di ogni fede. Si tratta, piuttosto, di risvegliare la mente intorpidita di quelle persone che, o per pigrizia o per mancato accesso all'istruzione, non sanno di avere la ragione e non sono in grado di servirsene, e pertanto continuano a vivere lasciandosi guidare da ignoranza e irrazionalità. A questo serve la realizzazione di quella titanica opera di divulgazione culturale rappresentata dai 17 volumi dell'Enciclopedia, curata e in parte anche scritta da Diderot, d'Alembert e d'Holbach. Diffondere la conoscenza, aiutare filantropicamente l'umanità ad uscire dalla condizione di minorità tipica di chi si accontenta di replicare percorsi già noti e non ha il coraggio di interrogarsi criticamente per trovare una verità più profonda.
L'illuminismo ha una carica contestatrice e riformatrice, che rifiuta tuttavia il ricorso a forme violente e irrazionali di rimessa in discussione dell'ordine esistente. L'ideale illuministico (o, perlomeno, dell'illuminismo moderato) è quella di una rivoluzione dall'alto: i philosophes avvicinino i potenti, educandoli al metodo scientifico e alla elaborazione critica della realtà; i re si aprano alle nuove conoscenze e si adoperino per imboccare la strada del progresso economico, sociale, politico, morale; si dia avvio ad un vasto progetto di riforme per rifondare la civiltà europea su basi più solide e guardare al futuro con ottimismo. Su questo percorso ideale si avviano alcuni sovrani d'Europa in una indimenticabile stagione di collaborazione tra cultura e potere che è passata alla storia come 'dispotismo illuminato'. Caterina II Romanov, Federico II Hohenzollern, Maria Teresa d'Asburgo e i figli di lei Giuseppe II e Pietro Leopoldo danno luogo tra gli anni '60 e '80 del Settecento ad una vasta azione riformatrice che si traduce in nuovi codici civili e penali, abolizione della tortura e riduzione nell'applicazione della pena di morte, riorganizzazione del fisco, ridimensionamento del ruolo della Chiesa, estensione del criterio della tolleranza, stimolo alla nascita di un sistema dell'istruzione pubblica, riflessione sulla necessità di un contratto scritto che sancisca in modo inequivocabile ruolo, competenze e limiti del potere monarchico al cospetto del suo popolo. Questa stagione breve, ma significativa, non poté risolvere la contraddizione di un sistema basato su fondamenti incompatibili con la visione illuministica (si pensi al solo concetto di uguaglianza degli uomini), e mostrò infatti tutta la sua natura estemporanea e velleitaria. Ma sul finire di quegli anni '80 già altri fermenti giungevano a maturazione e sarebbe di lì a poco spirato un vento forte abbastanza da sradicare i privilegi e le certezze più tenacemente avvinte alla tradizione, abbattere un sistema e rimescolare tutte le carte in un mazzo dal quale sarebbe venuto alla luce, pochi anni dopo, il nostro tempo...
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