venerdì 2 novembre 2018
3- Guardare avanti: Italia, terra longobarda
Giustiniano sognava di passare alla storia come restitutor orbis, il restauratore dell'impero romano, istituzione provvidenziale e universale, coincidente con la civiltà, e destinata ad estendere il suo caldo abbraccio fino agli estremi confini della terra. Sul letto di morte, rivolgendo il pensiero al lungo tempo del suo regno, avrà potuto compiacersi per i risultati raggiunti e avrà chiuso gli occhi serenamente al pensiero che il mondo romano non tramontava insieme a lui, che gli sarebbe sopravvissuto, ed altri imperatori avrebbero governato - come da secoli accadeva - le sorti del mondo. Però la storia prese una piega inaspettata. Solo 3 anni dopo la sua scomparsa, in Italia calava un popolo feroce e brutale, dalla lunga barba, che occupò i territori appena liberati, prima ancora che ci fosse il tempo per i superstiti romani di riprendersi dalla lunga guerra. Questi 'longo bardi' non guardavano in faccia a nessuno, incendiavano chiese, sgozzavano indistintamente anziani, bambini, sacerdoti e vescovi, distruggevano quanto rimaneva in piedi dopo le scorrerie dei tanti invasori che li avevano preceduti. Una razza infame, disumana, completamente fuori dalla civiltà. I bizantini, occupati a non restare travolti da analoghi movimenti migratori nei Balcani, non si potevano permettere il lusso di rischiare; ed arretravano, puntando a tenere le posizioni solo nelle aree ben collegate via mare al resto dell'impero: Roma, le isole, Calabria e Puglia, Ravenna. E Venezia. Una città che era un cantiere in costruzione, edificata in una delle zone più inospitali d'Italia. Patria di profughi di guerra, in cerca solo di un domani.
Con il dilagare dei Longobardi, viene meno, per la prima volta da molti secoli, l'unità politica della penisola: un fatto che si rivelerà per lungo tempo irreversibile, se si pensa che quell'unità non verrà riconquistata mai, neppure per un attimo, prima del 1870, con la breccia di Porta Pia.
Alla fine, però, anche i Longobardi finiscono per restare soggiogati dalla superiorità della cultura latina. Il nome fondamentale per questa transizione verso la coesistenza pacifica è quello della regina bàvara Teodolinda, che favorisce la cristianizzazione dei Longobardi, anche grazie alla cooperazione del papa Gregorio I Magno, altra figura cruciale in quel difficile passo, tra la fine del VI e l'inizio del VII secolo.
Mentre i rapporti con Costantinopoli si vanno raffreddando, anche a causa del successo temporaneo in Oriente del movimento iconoclasta, il papa si lega di un rapporto sempre più stretto con i Franchi e con una politica astuta comincia ad edificare il futuro Stato della Chiesa, ottenendo da Liutprando il castello di Sutri (restituito a lui personalmente, invece che all'imperatore bizantino) e la Pentapoli, con la bellissima capitale Ravenna. Siamo alla fine dell'VIII secolo ed i nuovi padroni d'Italia sono al culmine della potenza. Loro non lo sanno ancora, ma il tempo - anche per loro - sta già per scadere...
Per visualizzare la presentazione di questa lezione, clicca qui!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento