venerdì 13 dicembre 2019

6 - ‘Ridicolo’?! Ma tutto questo, madame... è Versailles!

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La parola 'Versailles' evoca un mondo fiabesco, lontano dalla nostra esperienza: una reggia maestosa, un giardino incantevole, ombreggiato da migliaia di alberi, aiuole di fiori delicati, giochi d'acqua e intriganti piscine dove inscenare battaglie navali o ricreare città come Venezia; e ancora, stanze opulente, affrescate nei modi più estrosi, all'interno delle quali frusciano abiti sgargianti indossati da bellissime dame di corte, salotti adibiti a gioco d'azzardo, teatri privati, gallerie di vetri e specchi, sontuosi banchetti, feste fantasiose, ecc. Una cosa è certa: Versailles è una straordinaria macchina - direi quasi 'teatrale' - di rappresentazione del potere e di esaltazione di un ceto, quello aristocratico, narcisisticamente innamorato della propria immagine riflessa. Ma in che modo e per quali finalità viene edificata la reggia di Versailles?
Il progetto è concepito e realizzato direttamente da Luigi XIV a partire dal 1660, a celebrazione della propria magnificenza. In gioventù il re di Francia aveva subito lo choc della precipitosa fuga da Parigi sotto l'infuriare delle rivolte passate alla storia come 'fronde'. Il cardinale Mazarino, coordinatore del consiglio del re durante la minorità di Luigi, era riuscito ad avere ragione degli insorti, maneggiando con abilità concessioni e repressione. Una volta vinta la guerra dei Trent'anni sia sul confine orientale, contro l'Impero, sia sul confine occidentale, contro la Spagna, e morto Mazarino, Luigi XIV decise che avrebbe amministrato il potere in prima persona e che lo avrebbe fatto senza più confrontarsi con le forze sociali. Di qui la scelta di allontanare il centro decisionale dall'odiata Parigi a Versailles, in un luogo solitario dove la corte non potesse più essere prigioniera delle insurrezioni di piazza. La reggia di Versailles fu sin dall'inizio concepita come uno strumento di disciplinamento e di subordinazione sociale destinato alla grande nobiltà del regno, che nei momenti di difficoltà della monarchia aveva ancora la forza di costringere il sovrano alla trattativa. Luigi XIV dispose che l'aristocrazia dovesse risiedere a corte e progettò un sofisticatissimo gioco di società che obbediva alle regole dell'etichetta. In ragione del proprio grado, bisognava ostentare un certo tenore di vita a corte, cosa che rendeva la vita a Versailles dispendiosissima. A compensazione di queste spese, la grande nobiltà godeva del privilegio di avvicinarsi e, nei casi più felici, di interagire con la coppia reale, diretta emanazione del potere divino in Terra. L'etichetta sanciva in modo sottilmente codificato tutti i comportamenti consentiti e le precedenze da esercitare sugli altri membri della corte. Ma non c'era un giorno uguale all'altro, giacché il re stesso curava quotidianamente la redistribuzione dei favori, concedendone ad alcuni e sottraendone ad altri. La competizione, a Versailles, non mancava, anche se non va dimenticato che la vita nella reggia consentiva di godere di tutto quanto il meglio il regno di Francia produceva in quell'età.
Dà un'idea dell'incredibile impegno tecnologico profuso per la costruzione di questo grande gioco di società il meccanismo che garantiva magnifici zampilli d'acqua da tutte le fontane del parco. Per garantire che gli zampilli raggiungessero altezze stupefacenti, in assenza di elettropompe, si provvedette alla realizzazione di una gigantesca pompa idraulica, la macchina di Marly, che prelevava l'acqua dalla Senna a pochi chilometri da Versailles, e la pompava incessantemente in una conduttura che, attraverso stazioni intermedie, la faceva pervenire al sommo di una collinetta a circa 160 metri di altezza. Di lì, l'acqua giungeva attraverso un acquedotto a Versailles, senza neppure deturpare il paesaggio, giacché percorreva gli ultimi metri sotto terra. Attraverso lo sfruttamento del principio dei canali comunicanti, Luigi XIV poté così avere il proprio divertimento.
Oltre a Versailles c'è un'altra opera titanica di cui Luigi XIV si fece promotore, un vecchio progetto più volte aggiornato e mai realizzato: il Canal du Midi. Si trattava di un'opera di ingegneria idraulica veramente grandiosa, che prevedeva la realizzazione di una rete di canali artificiali, congiunti opportunamente a fiumi naturali, con lo scopo di consentire il passaggio delle navi dal Mediterraneo all'oceano Atlantico, senza dover circumnavigare la Spagna. I problemi tecnici e realizzativi posti dall'opera erano tali da scoraggiare un altro re, ma non Luigi XIV, che in effetti lo portò a termine e ci ha così lasciato uno dei tanti patrimoni culturali dell'umanità che la nostra Europa può a buon diritto vantare...

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